Segni e simboli dell’arte celtica
I popoli protostorici molto probabilmente non consideravano l’arte come pura realtà estetica, dal valore essenzialmente decorativo, ma, al contrario, l’attività creativa esercitava piuttosto una funzione utilitaristica sebbene, nel costruire utensili ed oggetti d’uso quotidiano, spesso si apponevano disegni e decorazioni d’abbellimento, di fantasia, di significato religioso o simbolico.
Le civiltà atlantiche, come i Celti, erano di tipo tribale, suddivise in clan familiari e contribuirono in tutto il nord Europa a divulgare una conoscenza religiosa, quella druidica, di genere animistico, fatta di segni e simboli ispirati soprattutto alla raffigurazione geometrica della natura (come intrecci di piante, movimenti del mare, segni delle nuvole).
I druidi, antichi sacerdoti sciamani, proprio grazie alle loro conoscenze mediche, giuridiche, divinatorie, magiche (spesso utilizzate nei riti segreti che praticavano) affiancavano i regnanti nel governo della popolazione e godevano del più assoluto rispetto. Il termine “drus” significa “quercia”, ovvero una pianta tipica dell’Europa continentale, dalla caratteristica robustezza e resistenza, a cui si affianca la crescita del vischio con le sue bacche bianche che, nella cultura druidica, rappresentavano l’anima e la fertilità, usanze che sono giunte fino ai nostri giorni, tanto che la pianta di vischio, ancora oggi, si dona come buon auspicio per il nuovo anno che sopraggiunge.
L’arte celtica ebbe il suo culmine tra il IX e il I sec. a.C.: in seguito, la conquista romana prima e l’avvento del Cristianesimo poi, accantonarono i loro simboli poiché ritenuti barbari e tribali ma la cultura celtica fondava le proprie radici sul culto della “dea madre” , propiziatrice di vita.
Le fasi più vive dell’arte celtica sono sostanzialmente due: il periodo di Hallstat, nell’attuale Austria (IX –V sec. a.C.) e quello di La Tène, nell’attuale Svizzera (V-I sec. a.C.), ma la conservazione di segni e simboli nei veri significati originari è oggi di difficile realizzazione: i territori in cui hanno meglio mantenuto le primitive e meno contaminate caratteristiche, sono le isole britanniche che, grazie al loro posizionamento e al clima non proprio agevole, nei secoli riuscirono a tener testa alle invasioni dei popoli straneri e alle conquiste territoriali.
Come narra il libro storico di Andrea Fiorina “Arte e simboli celtici” (edito da Cordero): ”Nella terra d’Irlanda protetta forse dalla leggendaria magia druidica, mai invasa dalle legioni romane, evangelizzata da S.Patrizio e dai suoi monaci, rimasero sempre vive l’arte, le leggende, le tradizioni celtiche e le sacre dottrine del Wyrd, ossia la sapienza segreta del mitico Avalon.”. Da queste storie si svilupparono, nel periodo medievale, le classiche leggende del ciclo di re Artù e dei suoi cavalieri.
I principali simboli celtici riscontrabili in ambito artistico furono i nodi e le spirali intrecciate che indicavano la reincarnazione, la dea madre, la continuità della vita; gli alberi sacri, la rosa e la croce celtica oltre a vari altri motivi a carattere geometrico, utilizzati anche in seguito per decorare architetture monumentali.
Anna Rita Delucca ( dicembre 2017)
(Immagini tratte dal libro ‘Arte e simboli celtici’ di Andrea Fiorina –Cordero Editore ,2016)