La sperimentazione nell’arte di Leonardo Prencipe
L‘esperienza è il più antico metodo evolutivo della cultura e dell’arte: senza esperienza non vi è memoria, senza memoria non vi è storia e non vi è civiltà. Leonardo Prencipe sembra ricordaci questi concetti quando studiamo le sue opere che ci appaiono come immagini al di là dello spazio reale. La sua è una ricerca perenne, una continua sperimentazione di forme, tematiche e tecniche lungo un filo conduttore che ricollega tuttavia a unico obiettivo: rappresentare la realtà attraverso l’anima, attraverso il punto di vista del mondo interiore che si occupa non tanto della materialità delle cose e degli oggetti tangibili quanto soprattutto della loro natura nascosta, intima, speculativa e spirituale. I naturalissimi corpi femminili, leggeri, delineati con liquida e limpida pennellata d’acquerello steso sulla tela e non sul foglio di carta, le madri in attesa con i loro ventri rotondi e gravidi di vita che sprigionano tutta la bellezza del mistero del nascere e dell’esistere: poetica e psicologia sono basi concettuali che caratterizzano l’opera dell’artista pugliese che qui riassume tutta l’esperienza maturata a cominciare dall’Accademia di Brera, alla scuola di fumetto, alla passione per Eisner, al gusto giovanile per le bombolette e il writing fino allo studio delle più raffinate tecniche come la tempera con cui realizza tuttora redering per architetture d’interni eseguiti a mano secondo le tecniche tradizionali oggi ormai soppiantate dal disegno tecnico digitale. Sotto il suo riflettore è sempre e comunque l’umano rapportato alla mente: il soma, involucro dello spirito, corruttibile, destinato all’inesorabile deteriorarsi è soltanto un necessario e straordinario contenitore dell’uomo ‘altro’ in quanto essere libero, creatura eterea e distaccata dalla gravità costrittiva della realtà fenomenica. L’onirico prende a volte il sopravvento e trasporta in una dimensione ultraterrena; il mondo costruito, artificioso, innaturale si mescola col sogno nel mistero dell’unità primordiale, inscindibile tra uomo e universo. L’esperienza culturale ed artistica di L.Prencipe è intrisa di nozioni tecniche, pratiche, matematiche e digitali che gli derivano da un bagaglio di conoscenze acquisite non solo sui banchi di scuola ma nell’officina meccanica di famiglia tra motori e pezzi di ricambio: strumenti e materiali della quotidianità intersecati a studi di anatomia umana nel disegno, l’uso dei colori, dei pennelli, la grafica al pc e lafumettistica: il tutto rigorosamente condito di passione per la grandiosità dei maestri della storia dell’arte, Raffaello, Michelangelo, Caravaggio, l’impressionismo e la coloristica macchiaiola fino all’approfondimento delle avanguardie novecentesche, astrattismo e arte concettuale in cui Prencipe trova un fondamentale trait d’union con il suo modus operandi: cosa si cela dietro l’opera? Scoprire e decifrare l’idea che la rappresentazione artistica conserva dentro di sé.
Anna Rita Delucca (ott. 2013)