Gilbert Kruft
Siamo andati a fare due chiacchiere con la giovane studiosa Fabiana Maiorano, curatrice della mostra dedicata allo scultore tedesco Gilbert Kruft il quale visse e operò nel cuore di Bologna per moltissimo tempo, realizzando lavori in bronzo di un’armonia e bellezza che lasciano stupiti a guardarli.
Nello storico contesto della Sala d’Ercole, a Palazzo d’Accursio, mentre ammiravamo l’ intero ciclo di opere a cui è stata dedicata la mostra dal titolo La Recherche Humaine – che è rimasta aperta al pubblico, fino al 30 giugno 2020 – abbiamo avuto il piacere di incontrare Sandra Kruft, consorte e compagna di una vita dell’ artista, cordiale e appassionata, la quale ci ha accompagnati lungo il percorso espositivo, raccontandoci aneddoti e pensieri del suo Gilbert .
Grande viaggiatore, sportivo, amante della musica, Kruft iniziò prestissimo a dedicarsi alla scultura ma, ad un certo punto, si trasferì dalla Germania alla Francia, quindi in Svizzera e infine, in Italia, scegliendo la città di Bologna per rimanervi e portare avanti la sua arte; ciò avvenne dopo aver conosciuto la storica Fonderia Venturi, punto di riferimento di importanti o celebri scultori e maestri d’arte.
Un talento innato per la manualità creativa, una spinta interiore a espandere all’esterno, l’idea di ciò che viaggia dentro di noi, nel pensiero, nello spirito dell’essere umano, in una spasmodica ricerca di giungere o per lo meno, di avvicinare il SUBLIME, attraverso il solo mezzo che supera la materia, cioè l’arte.
Questa è l’impressione che abbiamo tratto riguardo al significato della sua attività scultorea: è una sensazione che nasce dal racconto fresco e spontaneo di Sandra Kruft ma, pure, dalla descrizione tecnica che Fabiana Maiorano ci ha fornito sulle dinamiche creative caratterizzanti il modus operandi dell’artista tedesco il quale non appartenne, mai, ad alcuna corrente specifica, seppure i suoi lavori conducano il nostro pensiero verso un mondo ‘onirico’ che fu ispiratore anche del dadaismo o – come ci spiega la dottoressa Maiorano – riconduce a certe e dinamiche di matrice rodiniana che Kruft, proprio perché soggiornò in Francia,per un periodo di tempo, ebbe modo di conoscere e studiare.
L’opera omnia di Gilbert Kruft è costituita da un nutrito gruppo di cicli scultorei (oltre alla Recherche Humaine, esposta in questa mostra), da vari lavori singoli e da importanti collezioni di complementi d’arredo, da lui definiti ‘maccheroni’ – poiché, a suo dire, costituivano il proprio mezzo di sostentamento – che l’artista realizzò alla fonderia Venturi, di cui fu direttore, per un periodo.
Ma, come precisa la signora Sandra, l’arte di Kruft, era costituita da tre specifici fattori, irrinunciabili per la creazione delle opere: studio, lavoro e conoscenza, mentre il talento innato, secondo la sua filosofia, occupava una incidenza non superiore al due per cento, tra caratteristiche necessarie per portare
a compimento un’opera scultorea con l’uso del bronzo: e questo perché si tratta di un metallo che richiede una particolare competenza tecnica di lavorazione, in fonderia, oltre all’uso dei materiali necessari per ottenere le giuste patine oltre a tutto ciò che compete la realizzazione, in toto, di una scultura del genere che Kruft ideava, plasmava e completava, fino al compimento delle ultime rifiniture .
Il mio sogno di oggi – ci confida Sandra Kruft – è quello di realizzare un museo per esporre in permanenza l’intera collezione (circa ottanta opere scultoree) alla fruizione del vasto pubblico, perché l’arte deve essere per tutti, non solo per chi può acquistarla.
Un sogno generoso, che dà speranza e noi siamo certi si realizzerà.