Giancarlo Martelli: L’arte pittorica della scuola piemontese
Il pittore novarese, classe 1926, ha trascorso la vita tra l’attività di medico e la pittura.
Iniziò a prendere in mano i pennelli sin da bambino e in seguito, studiò arti figurative sotto la guida di importanti maestri di Brera, come Mario Moretti Foggia e frequentando, contemporaneamente a Novara, un noto gruppo di pittori, tra cui uno dei migliori allievi di Felice Casorati, Sergio Bonfantini.
L’entourage culturale della formazione di Giancarlo Martelli fu composto dagli intellettuali fondatori della rivista La Libra, su cui lo scrittore Mario Soldati evidenziò la sua opera letteraria Salmace.
Espressionismo, Divisionismo, i Fauves, ma pure le architetture medievali, spesso fanno da impalcatura alle costruzioni sceniche del pittore piemontese.
La florida vena creativa di Giancarlo Martelli è ricca di sperimentazione che, negli anni, ha assorbito importanti nozioni dalla storia dell’arte mantenendo ben saldo, però, il proprio, personale carattere stilistico.
Va inoltre sottolineata una sorta di innalzamento spirituale della realtà, nella sua pittura, acquisita da certi grandi maestri dell’arte religiosa del passato, come Beato Angelico, seppure la sua filosofia estetica sia pervasa di concettualismo astratto, con cui egli scompone le immagini, per rendere visibile la realtà invisibile.
Nella fase matura, l’attenzione si fissa maggiormente sui caratteri socio-psicologici della natura umana, soprattutto tra gli anni Ottanta e il 2000, ma la predominanza informale non perde mai di vista l’aspetto della ‘figura’; lo testimoniano i caratteristici ‘Uomini di carta’ ossia personaggi/burattino che fungono da parodia delle debolezze umane, non fanno sconti a nessuno e attraversano tutte le classi sociali evidenziandone difetti e contraddizioni.
Nelle opere dell’’ultimo periodo (il primo ventennio del XXI° secolo) compare in evidenza una sorta di ‘ fuoco dell’anima’ che pulsa incalzando per giungere alla fase finale dell’opera, nel più breve tempo possibile. E’ una corsa ad afferrare l’idea creativa di Bellezza come idea non univoca, ma composta di molteplici sfaccettature.
“Esistono bellezze pirandellianamente multiple, di volta in volta, create da soggetti diversi … Mi sembra che partendo da Van Gogh sino al taglio di Fontana, sia stato violentemente distrutto il precedente concetto di bellezza”(G.Martelli)
Anna Rita Delucca