DAVIDE VITO MONACO: Il colore dei sogni
Dal 13 settembre al 5 ottobre a Bologna ,nello spazio espositivo La Corte di Felsina, si potrà visitare la mostra personale del pittore colorista trevigiano Davide Vito Monaco.
Autodidatta, ha iniziato a dipingere da pochi anni ma la sua grande passione per il cromatismo e la luce lo guida verso uno sviluppo tecnico in continua evoluzione evidenziandone in tal modo le doti naturali verso la pittura. Non è un caso che la sua prima opera ,risalente al 2012 , porti il titolo di “Big-bang Color” : è il ‘magico’ inizio del suo percorso artistico , nato di getto, spontaneamente , senza necessità di elaborazioni e lo conserva come punto di riferimento per la creazione di tutte le opere successive. Tale istintivo modus operandi richiama alla mente un testo del grande cantautore Vasco Rossi <<Le mie canzoni nascono da sole, vengono fuori già con le parole>>.Esattamente alla stessa maniera prende vita l’opera pittorica di Monaco. La tecnica compositiva del tutto personale, si realizza tramite l’uso di pennelli spesso senza setole, trasformati in una sorta di ‘bastoncini spuntati’ con cui spalmare colori vivi, corposi ed energici . In tal modo l’artista coglie quella vitalità ed essenza della natura a che non si può vedere ad occhio nudo ma che ‘si sente’ attraverso la consapevolezza dell’anima e soprattutto attraverso la SPERANZA ; del resto egli stesso afferma <<Per me l’arte è la fotografia dell’amore>> .La grande passione per la pittura macchiaiola , l’impressionismo francese ma al tempo stesso il cromatismo libero ed emotivo dei Fauves , si riscontra in molte delle sue opere come pure si leggono le influenze dei suoi studi autodidattici sui colori di Van Gogh , Gauguin e (forse involontariamente )un certo richiamo alla bidimensionalità dei Nabis ma si nota anche una sorta di spontaneità naif nell’apparente semplicità della rappresentazione scenica che lo avvicina ,in qualche modo , allo stile di Ligabue. Ancora un accostamento si può indagare nella composizione pittorica di Davide Vito Monaco ed è al ‘Pointillisme’ di Seurat poiché caratterizzato non tanto dalla scomposizione dei colori in piccoli punti a sottolineare la divisione dei toni quanto dall’uso di pennellate più larghe distribuite in una sorta di riquadri: l’opera ‘Spiando l’anima’ ne costituisce un esaustivo esempio.
Anna Rita Delucca