La pittura astratta secondo Dolores Prencipe
L’Astrattismo definisce un tipo di arte che si allontana definitivamente dal descrivere la realtà oggettiva prediligendo per converso, la pura essenza della composizione e del colore.
Si tratta di un genere creativo nato nel Novecento e che sovvertì, a quel tempo, tutte le concezioni tradizionali di valore artistico basate sulla ‘figura reale’.
Le fonti da cui gli artisti estraevano i loro argomenti teorici erano diverse e riflettevano le ansie sociali e intellettuali in tutte le culture occidentali del tempo.
Oggi, nel secondo millennio, le cose pare siano un po’cambiate e molti artisti continuano a realizzare opere caratterizzate dalla dinamica astratta ma con un significato diverso da quello dei loro predecessori.
E’ il caso della pittrice Dolores Prencipe: una personalità intrisa d’atmosfera calda e meditativa, ereditata dalla sua terra d’origine, la Puglia ma commista di colori e passione dell’Africa, in cui ha viaggiato e soggiornato a più riprese per conoscerne nel profondo, le radici. Attualmente l’artista vive a Bologna dove mette in pratica una sperimentazione dinamica delle culture che ha assorbito e vissuto nel passato, unendole ad un assiduo studio filosofico e psicologico dell’arte, rapportato agli accadimenti del mondo che la circonda. Uno studio che comunque, approfondisce le circostanze degli accadimenti osservandole da un punto di visione diverso: l’analisi della realtà ‘trasformata’. La realtà non ha più importanza in quanto tale ma occorre confrontarla con la sua stessa essenza, con il suo significato oltre il tangibile.
La realtà colta con atteggiamento leggero, non offuscato dalle angosce del vivere ma guardata con l’occhio sereno e puro del fanciullo interiore che sta in ognuno di noi, per poterne carpire l’essenza più pura, fuori dal tempo o meglio, al di là del tempo, senza più un concetto di spazio serrato ma ciò che conta è l’essenza più libera della realtà e della natura.
L’astrattismo per lei è orientato soprattutto sull’aspetto compositivo d’insieme: tutto è ordinato ed elegantemente gestito, anche quando getta pennellate apparentemente istintive sulla tela coloratissima ma dosata, mai casuale: il cromatismo infatti, determina in toto l’assetto costruttivo dell’immagine e contribuisce efficacemente a creare una dimensione che esce fuori dal tempo e dallo spazio. La rappresentazione astratta è sempre e comunque collocata in un’idea di tempo e di spazio completamente autonomi ma si tratta di una rappresentazione non priva di ‘presenze’, celate o rivelate -in qualche caso- attraverso vaghe figure appena accennate, quasi invisibili, che si scorgono soltanto soffermandosi ad osservare attentamente l’impianto scenico; in altri casi si riscontrano con evidenza, nell’applicazione di materiali ed oggetti o ancora, tramite l’utilizzo di tecniche miste.
La riflessione sul concetto di spazio/tempo, la pacata denuncia alla superficialità, alla corsa frenetica di una società che ormai da troppo tempo sta perdendo i suoi fondamentali punti di riferimento, viene evidenziata dall’artista attraverso la rappresentazione astratta di soggetti che lentamente si rivelano all’osservatore e lo invitano a non essere frettoloso ma a soffermarsi e dolcemente, a meditare.
(Anna Rita Delucca)